Questo lavoro racconta la storia vera di un uomo che fin dall’adolescenza si è fatto affascinare dal mare, vuoi per le sue geniture marinare, vuoi per l’ambiente che ha respirato sin dall’infanzia.
Non ha la pretesa di una biografia né di un’autobiografia.
Il protagonista è ancora troppo giovane per essere racchiuso in una storia che non ha più nulla da raccontare. Tuttavia pochi crederanno che in un arco di tempo breve Federico possa aver compiuto così tante imprese.
Io, ascoltando i suoi racconti ho potuto percepire il ricordo ancora fresco di quei momenti vissuti.
Voi che lo leggete mi auguro possiate percepirne l’emozione.
Non è la storia che immaginate di aver già letto, se non uguale almeno simile, è intrecciata su un filo che non odora unicamente di mare, pesce o di barche, ma anche di piatti succulenti della cucina tradizionale sambenedettese e non solo.
San Benedetto del Tronto è un paese che si è fortemente sviluppato grazie alla pesca ed alla marineria, che ancora oggi resta patrimonio culturale di tutta la Nazione.
La marineria rappresenta la storia del rapporto tra uomo e mare, tra le difficoltà e la quotidianeità di un mestiere tra i più sofferti della nostra storia.
Vi fu un tempo in cui marinai e pescatori andavano per mare con le vele delle paranze e le lancette, per carpirne le risorse, cavalcando i flutti di quel mare che tanto incuteva timore e rispetto.
Nel dopoguerra i pescatori andavano alla ricerca di munizioni, e residui bellici, poiché la vendita di tali risorse risultava più proficua rispetto alla vendita del pesce, che tanto abbondava già sulle tavole della popolazione.
Solo nel 1912 San Benedetto del Tronto poté vantare il primo modello di battello peschereccio a motore della storia, che permise, tra le feste e la gioia generale, la crescita e il progresso peschereccio.
Vennero poi gli anni del Mediterraneo, e poco dopo vi fu l’avvento della pesca oceanica che spinse i pescherecci sambenedettesi a varcare nuove frontiere verso il Mar Rosso e le Coste dell’Africa Occidentale, fino ad arrivare all’Oceano Atlantico.
Fu l’inizio dell’epoca d’oro della marineria sambenedettese: giovani uomini partirono alla volta del mare lasciando la propria casa alla ricerca di fortuna, una fortuna che andava guadagnata con la resistenza fisica, il coraggio ed il controllo della paura stessa.
Questi “giovani guerrieri” hanno lasciato un segno indelebile nella storia della marineria sambenedettese.
San Benedetto del Tronto è un paese che si è fortemente sviluppato grazie alla pesca ed alla marineria, che ancora oggi resta patrimonio culturale di tutta la Nazione.
La marineria rappresenta la storia del rapporto tra uomo e mare, tra le difficoltà e la quotidianeità di un mestiere tra i più sofferti della nostra storia.
Vi fu un tempo in cui marinai e pescatori andavano per mare con le vele delle paranze e le lancette, per carpirne le risorse, cavalcando i flutti di quel mare che tanto incuteva timore e rispetto.
Nel dopoguerra i pescatori andavano alla ricerca di munizioni, e residui bellici, poiché la vendita di tali risorse risultava più proficua rispetto alla vendita del pesce, che tanto abbondava già sulle tavole della popolazione.
Solo nel 1912 San Benedetto del Tronto poté vantare il primo modello di battello peschereccio a motore della storia, che permise, tra le feste e la gioia generale, la crescita e il progresso peschereccio.
Vennero poi gli anni del Mediterraneo, e poco dopo vi fu l’avvento della pesca oceanica che spinse i pescherecci sambenedettesi a varcare nuove frontiere verso il Mar Rosso e le Coste dell’Africa Occidentale, fino ad arrivare all’Oceano Atlantico.
Fu l’inizio dell’epoca d’oro della marineria sambenedettese: giovani uomini partirono alla volta del mare lasciando la propria casa alla ricerca di fortuna, una fortuna che andava guadagnata con la resistenza fisica, il coraggio ed il controllo della paura stessa.
Questi “giovani guerrieri” hanno lasciato un segno indelebile nella storia della marineria sambenedettese.
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